Ci sono Santi la cui esistenza terrena si svolge nella normalità più assoluta. Altri invece ricevono doni speciali, come visioni celesti, estasi, facoltà introspettive, intuizioni profetiche, doni di guarigione. E ce ne sono alcuni chiamati a una intensa imitazione di Gesù e ricevono il dono di assomigliargli anche nelle sofferenze fisiche. Allora sul loro corpo appaiono le stigmate, e con una certa frequenza, in particolari circostanze, come il Venerdì, la Quaresima, la Settimana Santa. Queste persone rivivono in forma mistica, ma con effetti fisici reali, le varie fasi della passione di Cristo, cioè la flagellazione, l’incoronazione di spine, la crocifissione. Si tratta di una fenomenologia che ha sempre suscitato perplessità. Però la canonizzazione di Padre Pio che, con le stigmate e altri carismi, è stato un esempio eclatante di questa fenomenologia, ha portato un nuovo modo di giudicarla e di valutare le persone in cui si manifesta.
Tra queste persone c’è una donna portoghese, morta nel 1955, quando aveva 51 anni, che gode fama di grande santità. Il suo nome è Alexandrina Maria da Costa e visse a Balasar, piccolo centro non molto lontano da Fatima. Da un punto di vista carismatico, la sua esistenza terrena ha molte assomiglianze con quella di Padre Pio. Alexandrina non aveva le stigmate visibili, ma per trent’anni rimase immobilizzata a letto, e quel letto fu per lei una autentica croce. Spesso riviveva la passione di Cristo, in una forma così impressionante da spaventare tremendamente chi vi assisteva. Aveva colloqui quotidiani con Gesù, con la Madonna e anche lei, come Padre Pio, veniva picchiata a sangue da Satana e dagli spiriti del Male.
Nata a Balasar il 30 marzo 1904, era figlia di una ragazza madre. Crebbe in grandi difficoltà economiche e, data la situazione, anche psicologiche. Ma aveva un carattere aperto, vivace, ottimista. Ebbe dalla madre una educazione religiosa seria e profonda. Frequentò la scuola solo per un anno e mezzo, senza dare alcun esame. A otto anni cominciò a lavorare sotto padrone. A 12 anni fu colpita da una gravissima malattia e rischiò di morire. A 14 era già una signorina, e la sua persona, fine e delicata, emanava un forte fascino. Si invaghì di lei un giovanotto che, insieme ad altri due amici, entrò con la forza nella sua casa per violentarla. Ma la ragazza, per salvare la propria purezza, si gettò dalla finestra, riportando gravi conseguenze alla colonna vertebrale. Per sette anni fu curata inutilmente e poi finì a letto, paralizzata.
All’inizio fece di tutto per guarire. Pregava chiedendo a Dio la grazia della salute, ma quando si rese conto che quella era la sua missione, cioè la sofferenza, accettò volentieri il calvario e lo visse con il sorriso sulle labbra fino alla morte.
La causa di beatificazione di Alexandrina, iniziata nel 1967, si è conclusa il 25 aprile 2004, con la proclamazione a
“Beata” da parte del Papa Giovanni Paolo II.
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